1. |
Forse
03:14
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Io penso sempre
alle conseguenze
di eventi accaduti soltanto nella mia mente
e quando
diventano reali
perdo
il senso dell’orientamento
e perdo
qualsiasi forma d’emozione
tranne
la paura che pietrifica
Guarda in faccia
la realtà
il senso di vuoto
che cresce, che cresce
il fuoco si è spento
annegato
e poi l’inverno
che brucia, che brucia
seduto solo
in uno sterno
o sulla barricata
tra i rimorsi e il freddo
E pensare di esser giunti
finalmente a destinazione
ed accorgersi di colpo
siamo punto e a capo
Corro
in contro alla vertigine
costante
punto fisso di ogni fallimento
acre
la cui assenza mi stordisce
solo
affetto che conosco
Non fa niente
non pensarci
era solo un brutto momento
che ha inghiottito
divorato
tutto
Il fuoco si è spento
ha raso al suolo
cariatidi argento
in ricordo dei presenti
e le relazioni
giacciono inermi
tra le spire
di una vita…
svolta a metà
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2. |
Nella grandine
02:45
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Nella grandine
ho sperimentato
l'effetto straniante
ancora
nella grandine
ho imparato
a schivare sempre
frecce e pugnali
nella grandine
convivono in me
un lato eversivo
e la sua controparte
nella grandine
svetta
affonda
l'impotenza
Di appagare
il bisogno impellente di
approdare
in un porto sicuro e accogliente
Alleanze senza patti
siglate nel silenzio
di una mattina di aprile
di spalle ad uno specchio
Per fuggire il riflesso
dello stesso volto
dello stesso corpo
che non si da pace
dell'irrequietezza
e tormento
interno
esterno
Alleanze senza patti
siglate nel silenzio
di una mattina di aprile
di spalle ad uno specchio
vuoto
e...
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3. |
Fuori dalla palude
03:47
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Come una ferita
che continua a sanguinare
e noi fermi
in balia
di una voce
che dal vuoto
solo emerge
per scalfire
annientare
ogni singolo pensiero
e traguardo familiare
insinuando
passo
dopo
passo
confusione
nella percezione della nostra essenza
È la paura che ci guida e rapisce
È la paura che ci guida e rapisce
È la paura che ci guida e rapisce
È la paura che ci guida e rapisce
È la paura che ci guida e rapisce
È la paura che ci guida e rapisce
E il tempo vola, schiacciando luce ed oscurità in una massa informe
mentre annaspo vorticosamente nelle sabbie mobili
delle fissazioni che non riesco ad arginare
che assediano solo fragili gioie
che banchettano con la mia mente
quanto basta per dilaniarla
prima di consegnarle al fuoco della ragione
e vederle sciogliersi una ad una
nella notte della purificazione
così come m'hanno consumato
E vivere
e piangere
combattere
difendere
sognare
ha più senso
specchiandosi
nel blu
Superando
le intemperie
cavalcando
nell'occhio del ciclone
E la paura
ora trema
e svanisce
E la paura
ora trema
e svanisce
E svanisce, e svanisce via da me
E svanisce, e svanisce via da me
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4. |
Singapore
03:40
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Singapore
la nebbia negli occhi
tu l’hai mai vista?
O ti ci sei mai persa?
Ricordati di me
per quello che conta
ricordati di me
quando fa freddo
e t’aspettavo a piedi scalzi
nella neve
con il cuore in mano
e uno squarcio nel petto
della tua misura
che hai intagliato
dal tuo primo sguardo
dolcemente
Mi sei esplosa tra le dita
come una mina vagante
una bomba a mano
senza far rumore
se non quello
che la velocità
azzera in un momento
non ne ho sentito il suono
nemmeno il dolore
claustrofobia
tra i chiodi nella mia mente
E nella brina s'intravede
per l'ultima volta
scivola velocemente
l'illusiva chiarezza
Scalando una montagna
assorbendo tutto quanto
di male ci sia attorno
di buono sia disperso
ritornando su ogni passo
rivivendo ogni respiro
ricordando quanto detto
soppesando anche i silenzi
trovando le risposte
ai dubbi e le incertezze
e lo squarcio è risanato
e la nebbia è svanita
e l'inverno ha fatto spazio
alla consapevolezza
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5. |
Velluto
03:25
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La tua stanza sempre al buio
con le tende rosa carne
su cui brillan le paure
le nostre ansie
bastava accendere la luce
per accecarle
e le ombre nerobianche
che fissavamo nottetempo
assopiti tra i cuscini
stretti
imprigionati nel velluto
senza saperlo
E arrivarci
a fuochi spenti
quando tutto
è cenere
è cenere
Ma l'avresti mai predetto?
Senza cedere al rancore
capimmo i nostri errori
scusa
per avere interpretato
causa ed effetto
allo stesso momento
nello stesso modo
nello stesso mondo
Ed ero lì
in un parcheggio
la notte del quindici agosto
a scrivere di tagli netti
dove il viola era lento
dove il giallo poi si fece nero
fumo tra le palme di novembre
poi tintosi di rosso sangue
e ora azzurro sincero
e dopo tempo
un cuore pulsante
squarciando
Il velluto che toglieva l'aria
alla nostra anima
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